L'Uva Sangiovese del Brunello di Montalcino
Una della ragioni principali per cui il Brunello di Montalcino si è guadagnato il carattere e la personalità che gli si riconosce, è stata ed è tuttora la massima cura nella perfetta espressione dell'uvaggio monovitigno utilizzato: il Sangiovese ad acino grosso vinificato in purezza, ovvero senza l'immissione di altri uvaggi.
Altri vini, per esempio molti francesi, sono concepiti e raffinati attraverso l'assemblaggio di uvaggi di tipologie differenti. E il valore e la tradizione di tali altri vini sta esattamente nel lavoro "in cantina", ovvero nella capacità degli enologi di combinare esattamente le esatte percentuali di uvaggi diversi, fino a comporre un prodotto finale che dovrebbe combinare il meglio dei vari vitigni.
Ma per il Brunello di Montalcino non è così. L'intuizione di Clemente Biondi Santi, nella seconda metà dell'800, fu di selezionare sistematicamente il clone di uva piu' promettente per un prodotto di eccellente qualità; Biondi Santi identificò tale clone con il Sangiovese (da "Sangue di Giove") ad acino grosso di colore bruno, attraverso un lavoro in vigna che richiese decine di anni di ricerca e selezione.
Il Sangiovese è un vitigno vigoroso a germogliamento medio, con tralci robusti ad internodo di media lunghezza. Preferisce i terreni non fertili, esige climi ascuitti e tendenzialmente caldi. Produce normalmente un vino di colore rosso rubino intenso, tannico, di buon corpo, armonico, con gradevole restrogusto amarognolo e fruttato da giovane; quando è invecchiato sprigiona profumi affinandosi notevolmente.
La sistematica applicazione nel tempo di tecniche di bassa resa (far produrre una quantità limitata di uva per ettaro, intervenendo opportunamente con la potatura dei grappoli imperfetti) ha fatto in modo che il Sangiovese, al momento della vendemmia, presentasse anno dopo anno la massima potenza nutritiva e la massima carica zuccherina, predisponendosi così alla vinificazione di un prodotto estremamente carico, complesso, e ricco di aromi e tannini.
In altre vigne italiane, prevalentemente in Romagna, Umbria e Marche, il Sangiovese non selezionato e prodotto senza le opportune tecniche di selezione e bassa resa, ha prodotto e produce tuttora un vino completamente diverso, con toni amabili e poco orientato all'invecchiamento. E' quindi la specificità del terreno di Montalcino, del lavoro dell'uomo e della selezione da esso operata che ha condotto ai risultati di eccellenza che il Brunello di Montalcino sta conseguendo.
Attualmente il vitigno Sangiovese e le sue potenzialità di vinificazione sia in purezza che in assemblaggio con altre uve, sta riscuotendo particolare interesse anche da produttori stranieri, e negli ultimi anni stanno aumentando gli impianti di Sangiovese importato dall'Italia, particolarmente in Argentina e, sorpresa, in California.
Negli immediati dintorni di Montalcino, differenti cloni di Sangiovese diventano Prugnolo gentile, Morellino, Sangioveto. Gli stessi produttori di Brunello, a Montalcino, stanno peraltro sperimentando l'assemblaggio di Sangiovese con altre tipologie di vini piu' tradizionali, ad esempio combinando Sangiovese, Merlot, e Cabernet Sauvignon, per ricercare un prodotto dal gusto piu' vicino alle tendenze internazionali; tali prodotti, ovviamente, vengono chiaramente e inequivocabilmente denominati diversamente dal "Brunello".
Altri approfondimenti:
La coltivazione del Sangiovese
I segreti della coltivazione del vitigno Sangiovese per Brunello di Montalcino.
La vendemmia del Brunello di Montalcino
Al termine dell’estate, quando i grappoli mostrano un ottimo grado di maturità, inizia il raccolto.